Spesso si sente parlare di rigetto degli impianti dentali. Chiariamo subito che questa condizione non esiste, in quanto la definizione di rigetto, prevede una reazione da parte del sistema immunitario nei confronti di un corpo estraneo non inerte (ad esempio il trapianto di un organo). Alcuni individui presentano sensibilità e/o allergie ad alcuni metalli non nobili, come quelli usati per la realizzazione di alcuni gioielli. Tuttavia, gli impianti dentali sono realizzati in titanio puro, un metallo biologicamente inerte, ovvero un materiale del quale l’organismo tollera la presenza, percependola come propria.
Implantologia e Rigetto: falsi miti
Il titanio viene utilizzato in altre branche chirurgiche della medicina come l’ortopedia, la neurochirurgia e la chirurgia maxillo-facciale. Non è mai stata descritta in letteratura nessuna reazione avversa né di natura allergica né tanto meno di rigetto di protesi in titanio. Si parla pertanto di mancato attecchimento o anchilosi dell’impianto.
Tale condizione può verificarsi quando viene stressato troppo l’osso in cui viene inserito l’impianto, oppure quando l’osso in cui l’impianto è inserito è di spessore ridotto e in casi di problemi di salute non comunicati dal paziente e/o in casi di utilizzo di farmaci non comunicati (come ad esempio alcuni tipi di bisfosfonati). Una perdita più tardiva degli impianti si può riscontrare sovente a causa di una mancata cura da parte del paziente (quali ad esempio l’igiene orale non corretta). Rivestono pertanto un ruolo fondamentale le visite periodiche e un corretto mantenimento igienico per intercettare eventuali problematiche.